E' una complessa opera d'arte che si declina in due strutture diverse, una reale e una virtuale. La porta fisica trova la sua collocazione all'ingresso del Parco Nord, alla fine di viale Fulvio Testi, a Milano, sul confine con Sesto San Giovanni, mentre quella virtuale ha il suo spazio qui nel web. Il tema dominante e il disegno prendono spunto dalle costellazioni; l'idea nasce in concomitanza con l'anno mondiale dell'Astronomia, che celebra i quarant'anni dall'allunaggio e i quattrocento dall'osservazione scientifica della Luna da parte di Galileo. Questo intervento genera un'opera che permane, ma nello stesso tempo, attraverso azioni mirate, produce una serie di eventi che fanno "vivere" l'opera nel suo divenire. Le due aree, quella materiale e quella immateriale, interagiscono e si integrano per formare e mettere in scena un oggetto che si sviluppa man mano grazie al contributo di tutte le persone.
La riappropriazione dello spazio, sia reale che virtuale, favorisce l'aggregazione tra i cittadini, che possono incontrarsi e confrontarsi attraverso nuove modalita di comunicazione. Questa operazione riafferma da un lato i valori sociali della condivisione e della partecipazione, dall'altro sottolinea con la parte esperienziale (il toccare con le mani) il suo valore terapeutico. Questo vale anche per gli studenti poiché c'è la volonta di portare la formazione al di fuori delle aule su un terreno di confronto reale con il lavoro artistico e le difficoltà che ne conseguono. Porta Celeste è per tutti ed è di tutti! Come porta dell'Universo, apertura verso il futuro ma anche porta come affermazione del proprio spazio, scambio, passaggio, crescita.
Il cantiere reale modifica attraverso un mosaico ceramico, il pilone laterale in cemento che sorregge l'arcata della passerella. Di fatto il Parco Nord non ha alcun cancello che lo delimiti e quindi Porta Celeste diventa, invece, un ingresso caratterizzato e preciso, identificato ed identificabile, visibile. Alcuni studenti hanno quindi creato una piastrella con un simbolo stellare, inventato da loro, da inserire come base del pilastro anche come segno di appartenenza. Inoltre un'opera d'arte ambientale per essere tale deve interagire con il territorio. È essenziale che i frequentatori del Parco possano diventare parte integrante del processo creativo, per questo ci sono stati due momenti laboratoriali: uno con le scuole e uno con chi vive il Parco, da cui sono uscite le piastrelle che formano parte delle panchine. Un modo di intervenire all'interno di un luogo anonimo per renderlo più familiare, più personale. Un modo per far sopravvivere nel tempo i propri ricordi, il proprio vissuto, una forma di educazione all'arte, al rispetto per ciò che è di tutti e quindi anche "mio".
Il cantiere virtuale amplifica l'interazione con il territorio e si articola in diverse sezioni che hanno lo scopo di documentare e raccontare, anche in tempo reale attraverso webcam, ciò che avviene dall'altra parte. L'uso dei nuovi media crea un'interessante sinergia tra le arti rendendo questi due aspetti, virtuale e reale, le due facce dell'opera. Attraverso il blog viene poi puntualizzata e prosegue la componente di partecipazione: verranno lanciate diverse tematiche su cui i frequentatori del Parco e i navigatori della rete saranno sollecitati a rispondere. In questo modo si dilata immensamente lo spazio concettuale dell'opera, allargato fino agli estremi confini della terra. Le idee potranno disseminarsi e contaminare altre zone e comunità. Stargate a tutti gli effetti. Il tempo di internet diventa, quindi, testimonianza del tempo che scorre. Lo spazio virtuale può essere trasformato: luogo di deposito, di memorie di istanti di vita, di frammenti di emozioni, di pensieri perduti e ritrovati. I navigatori, o meglio "coloro che attraverseranno la porta", potranno lasciare una traccia come tesoro da scoprire.